Universo Parallelo
Le mail che mi arrivano dalla Svizzera sono molto rassicuranti, mi fanno ricordare Lugano, mi parlano di un mondo che conosco intimamente e che nonostante la mia assenza, rimane immutato.
Da quando Nick ed io siamo partiti, c’e’ sempre stato il sole, abbiamo sempre avuto bel tempo. Pensa che fortuna: in cinque settimane abbiamo girato mezzo mondo e non una goccia. Fino ad ora. Da una settimana piove, pioviggina, piove a dirotto, piove ancora. Mi e’ perfino capitato di mettemi un maglione! Dalle vetrate del salone si vedono minacciose nubi color piombo che si accumulano lungo la costa, mentre dal mare color malachite, s’innalzano grossi cavalloni dalle creste spumeggianti . La baia e’ tutta in tumulto.
Ogni mattina ci vengono recapitati The Age e The Herald Sun, i quotidiani di Melbourne. Un fattorino mattiniero, in bicicletta, pedala sungo il marciapiede e lancia i due lunghi cilindri di carta, avvolti in plastica, nel viale davanti a casa. A volte mi sembra di essere in un film.
In questa casa di tira-tardi, mi alzo sempre per prima. Cio’ mette in agitazione Toby e Jet, i due grossi gatti coi quali condividiamo il pianterreno; credono che io mi svegli per dare loro la colazione. E’ un mese che siamo qui e tutte le mattine e’ la stessa storia: mugolano e mi rincorrono per il corridoio, mi seguono fino in cucina (dove mi preparo una tazza di Earl Grey e del pane tostato) poi miagolano e trotterellano giu’ per le scale mentre scendo e mi piazzo nello studio per accendere il compter… Non l’hanno ancora capita! Ne concludo che il gatto e’ un animale stupido ed estremamente rompi balle.
Ho cominciato a lavorare, un lavoro a temporaneo, tre settimane-quattro al massimo: per fortuna! Il posto e’ orrendo. Anche il lavoro e’ orrendo. La mia solita sfiga! In pratica mi occupo di contabilita’ (aaaghhh!!!) in una piccola fabbrica in una zona industriale. Ovviamente sono assediata da buzzurri – gente proprio ma proprio burtta – del tipo: obesa (ma tanto), faccie rosse da pressione alta, mani screpolate, unghie non curate, capelli unti…. Che orrore, e non ti dico di quanto sia zozzo l’ufficio. Il mio pimo giorno: un’ora a disinfettare il telefono, la tastiera e la scrivania! Che schifo.
Mi ero candidata per un temporaneo di tre mesi presso una multinazionale che richiedeva una assistente alla direttrice delle risorse umane. Sarebbe stato interessante: bell’ufficio, moderno, nella city, posto di lavoro professionale. Ma purtroppo, tra tutti I candidati sono arrivata solo al secondo posto, e il lavoro e’ andato a una persona con un po’ piu’ di esperienza pratica. Mancato per un pelo. E cosi’ mi ritrovo col mio nuovo tailleur firmato, le mie scarpe e la borsa griffate, in un posto assai bizzarro dove nel bagno ci sono appesi dei cartelli laminati che dicono: “non mettetevi in piedi sul gabinetto!”
Non so come, ma credo di essere capitata per sbaglio in un universo parallelo… Il primo giorno, un bozzo dell’ufficio mi ha chiesto se gli facevo il caffe’. “Non voglio avere niente a che fare con quella brodaglia,” gli ho risposto indicando con stizza il barattolo di liofilizzato. “Arrangiati.” E lui, un po’ intimidito, “Ah, ma tu sei una di quelle da cappuccino...”
Ma la cosa piu’ bizzarra di tutte e’ che non mi ricordavo di essere ancora capace di fare la contabilita’. Spero solo che queste tre settimane trascorrano velocemente!