Thursday, June 01, 2006

Una Vita Nuova


A parte gli opossum che si impossessano dei gardini e di notte gironzolano facendo strani rumori come degli spiritelli maligni, devo riabituarmi al modo di vivere down under. Per esempio, il caffé latte te lo servono nel bicchiere di vetro. E una volta, passando davanti a una chiesa mentre celebravano un funerale, ho visto che sul marciapiede c'era un uomo vestito con una gonna scozzese che suonava la cornamusa. E per esempio al bar e al ristorante, le donne usano appoggiare le loro borsett sul pavimento (che schifo)! Si vede che non valgono molto.

Menre ero assente, a St. Kilda hanno rinnovato i bagni pubblici che da sempre erano in sfacelo. Un edificio storico stile Liberty, con torrette arabo con vista spiaggia-mare, i bagni oggi vantano un simpatico mosaico di piastrelle multicolori che adornano la zona bar con terrazzo sul lungomare, mentre all'interno dell'edificio si possono fare i bagni caldi nell'acqua di mare. Naturalmente ampie vetrate permettono una vista sulla baia.

L'intero piano terra é adibito a varie zone wellness e beautz, mentre al piano superiore si trova Soul Mama un simpaticissimo ristorante vegetariano con una stupend vista mare.

Durante il mio primo inverno trascorso a Melbourne nel nuovo millennio, mi stupiva la nebbia che rendeva grigia e squallida questa città e mi ricordava tanto Milano.

Mentre all'inizio di quest'anno sbarcavo il lunario con il lavoro temporaneo, ero ingaggiata da una ditta di costruzione che aveva dei contratti con l'esercito. Alla scrivania al sedicesimo piano aggiornavo dati su pagine XL. Da lassù si godeva una veduta spettacolare sulla city circostante e oltre, fino alla catena degli Yu-Yangs. Ogni tanto alzavo lo sguardo dallo schermo e scorgevo stormi di piccioni che volteggiavano proprio di fronte all amia finestra. E poi leggevo nel rapporto che si trattava di aggionranre un palazzo adibito alla costruzione di missili (che paura)!

Lavorare nella City mi piaceva. Alla mattina sgusicavo dalla scatola di sardine del metrò per ritornare in superficie all'incrocio di Elizabeth e La Trobe, proprio di fronte a un palazzone Art Dèco che anche lì, mi sembrava di essere in centro Milano. Al mattino la città é invasa da pedoni frettolosi che, in marcia per l'ufficio stringono in mano un cartoccio con un caffé da asporto. Durante l'inverno si vestono con sciarpe, ma solo al mattino. Ma ho visto anche gente che non portava le calze. Non sanno proprio come vestirsi!

Una mattina, tra un mare di anonimi volti annoiati, una volta ho scorto una donna addormentata sul metrò. Aveva messo le cuffie del suo Personal Stereo e sognava beata. Come farà a svegliarsi in tempo per non mancare la sua stazione?